I sogni nella storia

"noi siamo di tale stoffa, come quella di cui son fatti i sogni, e la nostra breve vita è chiusa in un sonno"

Shakespeare

I primi sognatori della storia: gli egiziani

I sogni da sempre hanno accompagnato la storia dell'umanità. Si può senza dubbio affermare che non vi sia popolo che non si è avvicinato ad essi con timore, a volte con speranza ed altre con riverenza.

Il più antico libro sulle visioni oniriche, il “Libro dei sogni ieratico”(nell'antico Egitto lo ieratico era la lingua sacra per antonomasia), fu redatto in Egitto circa nel 2000 a.c. Si tratta di un testo di consultazione, per usare un termine moderno, o meglio un “dizionario dei sogni” dove si potevano trovare spiegazioni e interpretazioni.

Nell'antico Egitto i sogni (parola tradotta con il termine “reset”) rappresentavano un modo per comunicare col mondo dell'oltretomba. Sappiamo quanta importanza avesse in questa società il rapporto col al di là, ma i sogni spesso erano considerati anche l’espressione virtuale dello stato d'animo del sognatore.

Si possono individuare tre tipi di sogni: quelli a carattere “religioso”(dove un dio appariva e richiedeva un atto di devozione), quelli cosiddetti“rivelatori” (che precedevano eventi futuri, svelavano, ad esempio, il luogo dove erano nascosti degli oggetti) ed infine altri che fornivano“informazioni” chiare come il posto migliore per edificare la propria tomba.

I templi dei sogni erano dedicati a varie divinità. Chiunque poteva visitarli e pregare per ottenere, in via onirica, una risposta ad una domanda specifica e relativa alle proprie esigenze ( ad es. la cura per una malattia). Gli dei potevano manifestarsi in vari modi. Tra questi, il mezzo preferito erano senz’altro gli “oracoli dei sogni”, ovvero coloro che fornivano informazioni su qualunque evento (legittimazione al trono, ordine politico, questioni legali, problemi di vita privata). Tutti in Egitto li consultavano, compreso il Faraone.

Nell'antico Egitto grande importanza e interesse erano riconosciuti a coloro che, per così dire, erano addetti all'interpretazione dei sogni. Quest’ultimi, infatti, per gli antichi, rivelavano saggezza e profondità solo all'intelligenza dell'esperto (colui che con attenzione sapeva ascoltare il loro messaggio e quindi trarne i benefici). I sogni erano considerati, quindi, una sorta di “messaggio magico”. Il “Papiro Chester Beatty III”, proveniente da Tebe e che risale all'Epoca Ramesside, (pare che in ogni caso l'originale sia del Medio Regno) è, senza dubbio, una delle opere più importanti scritta in egiziano classico che fornisce un vero elenco dei sogni e dei presagi .

Gli egizi credevano che l'interpretazione dei sogni si basasse sul concetto dell' “opposto”. Sognare la morte era il significato di una nascita futura. Sognare la felicità era preludio ad un'imminente infelicità. I cosiddetti “sogni cattivi” erano spesso accompagnati da una formula magica che proteggeva colui che li aveva sognati.


Alcuni esempi, di sogni di buon auspicio: sognare un serpente significava cibo. Mangiare carrube e terra era sinonimo di avere autorità sui propri cittadini. Bere birra equivaleva a felicità. Sognare di distruggere vestiti indicava la possibilità di avere la libertà da ogni male. Sognare se stesso morto significava che si sarebbe affrontata una bella vita. Sognare di tuffarsi nel fiume era segno di essere assolti da ogni male. Sognare di segare della legna significava la morte dei nemici...

Alcuni esempi di sogni di cattivo presagio: Sognare di bere birra calda, significava sofferenza. Sognare di vedersi riflesso in uno specchio significava cambiare moglie. Sognare un nano voleva dire il dimezzamento della durata della vita. Sognare di mangiare un uovo voleva dire la perdita dei propri beni. Sognare di vedere persone in lontananza era segno di futura morte....

Il mondo dei sogni, in Egitto, era quindi strettamente legato a quello della magia. Si può affermare che in questa regione tutto fosse magico, perfino i giorni dell'anno potevano essere favorevoli o sfavorevoli, come risulta dai calendari egiziani, che in questa terra sono conservati (vi erano giorni nei quali era propizio intraprendere nuove iniziative con sicuro successo e altri in cui addirittura nemmeno si consigliava di uscire di casa). In Egitto esisteva, poi, una vera e propria “medicina onirica”. Ovvero la possibilità di curarsi attraverso i sogni.

A volte essi venivano, “utilizzati” per legittimare determinate situazioni. E' il caso della cosiddetta “Stele della Sfinge”, o “ Stele del sogno”, che si trova ancora oggi là dove fu collocata: fra le zampe della Sfinge. In essa si narra che un giovane principe occupato, nella piana di Giza in una battuta di caccia, improvvisamente fu sorpreso dal gran caldo. All’istante decise di riposarsi ai piedi della Sfinge. Questa gli apparve in sogno invitandolo a togliere tutta la sabbia che la stava sommergendo. In cambio essa promise, al principe, la corona d'Egitto. Il giovane fece quanto richiesto e restaurò anche una parte del monumento. La Sfinge a sua volta mantenne la promessa ed il giovane divenne faraone col nome di Thutmosi IV ( XVIII dinastia, 1412-1402 a.c.). C'è anche chi sostiene che la “stele del sogno” sia una sorta di premessa per il culto, quello di Harmachis, divinità legata alla Sfinge, in contrapposizione a quello di Amon.

Si può senz'altro concludere che, da almeno 4000 anni, abbiamo testimonianze sul ruolo dei sogni: essi rappresentano, per l'uomo, un’inesauribile fonte di conoscenza e saggezza cui accostarsi con grande interesse ed attenzione.


"L'interpretazione dei sogni" (1899) è considerato il "testo d'inizio" della psicoanalisi (benché il concetto venga espresso per la prima volta nel 1896). Il sogno è per Freud la "via regia" per accedere ai contenuti inconsci, in grado di manifestarsi con un minor controllo da parte della coscienza (vedi di seguito in questa voce: "La pratica psicoanalitica").

Per Freud il sogno

è un "custode del sonno". Esso preserva il desiderio-esigenza di dormire del sognatore, "trattenendolo" nello stato di sonno.

è "una forma particolare del nostro pensiero resa possibile dalle condizioni dello stato di sonno", il cui scopo è l'appagamento di un desiderio inconscio.

Freud ritiene in sostanza che la censura, che durante la fase di veglia vigila costantemente per impedire che il materiale rimosso ritorni alla coscienza, approfitti dello stato di sonno in cui si trova la persona. Poiché quest'ultima risulta temporaneamente "immobilizzata", la censura ne approfitta per "riposarsi" e per "ricaricarsi", mentre i contenuti inconsci che emergono in questa condizione non possono provocare alcun danno.

Durante il sonno la censura è ridotta, ma è comunque presente; di conseguenza, i contenuti inconsci possono riemergere solo in maniera distorta e non esplicita. Il sogno è, infatti, caratterizzato dall'avere un contenuto manifesto, dato dall'insieme delle immagini e dei suoni che effettivamente si ricordano al risveglio, e di un contenuto latente, composto da elementi rimossi che sono stati opportunamente alterati per poter "aggirare" la censura. Ciò avviene tramite una rappresentazione metaforico-simbolica degli elementi che costituiscono il contenuto latente del sogno (a questi ultimi Freud si riferisce anche con il nome di "pensieri del sogno"). In realtà, Freud spesso nota come i sogni siano "sovraccarichi" di contenuti latenti; in altre parole, uno stesso sogno rappresenta contemporaneamente più contenuti latenti tramite lo stesso contenuto manifesto.

La censura che si verifica nel lavoro onirico opera sostanzialmente tramite due processi: lo spostamento e la condensazione. Lo spostamento comporta la deviazione dell'idea rimossa verso oggetti differenti, mentre la condensazione comporta l'unione di più elementi rimossi in un unico elemento. Quelli che compaiono nel sogno sono considerati, dunque, come simboli, ognuno dei quali è dotato di uno o più significati; però non esiste un "dizionario" univoco che riporti il significato di ognuno di essi, in quanto esso varia da persona a persona.

Compito dell'analista è quello di interpretare il sogno, al fine di ottenere il contenuto latente a partire da quello manifesto, basandosi sulle libere associazioni del paziente e sul ritorno del rimosso che si presenta sotto forma di rielaborazione verbale del materiale onirico.

Errori, lapsus, atti mancati

Il sogno non è l'unico modo indicato dalla teoria classica per accedere ai contenuti inconsci. "Psicopatologia della vita quotidiana" introdusse il concetto di "atto mancato", manifestazioni dell'inconscio come lapsus, dimenticanze, sbadataggini, smarrimento di oggetti. L'atto mancato rivela un conflitto inconscio tra un'intenzione cosciente, che viene perturbata, e un'intenzione perturbante, che agisce inconsciamente.

Il lapsus contiene sempre per Freud un fondo di verità, più o meno cosciente a seconda del caso. Egli, ad esempio, riporta il caso di un giovane che affermò di essere stato colpito dalla "spogliatezza" - anziché dalla "spigliatezza" - di una ragazza, e il caso di una bambina che, dovendo scegliere tra cioccolata e giocattoli, rispose "cioccolattoli".