mercoledì 15 febbraio 2012

Nell'antica civiltà babilonese.. Ishtar

Difficile dire e raccontare con precisione cosa rappresentavano i sogni nella civiltà assiro-babilonese, quella che abbiamo conosciuto con il termine mesopotamia è un crogiolo o, meglio, una crocevia di leggende, religioni, miti ecc.. Abbiamo l'unica possibilità di rifarci con certezza alla loro Dea più importante, ovvero Ishtar.
Ishtar la Grande Madre è nuda, poiché la Verità non ha bisogno di coprirsi di veli.
Sul suo capo spicca l'emblema lunare. Nella mano destra Ishtar ha una coppa, simbolo di gioia e abbondanza perché contiene il nettare della Vita.
Nella sinistra, un loto, fiore che nasce sott'acqua ma che diventa di purezza ineguagliabile una volta sbocciato alla superficie. Il significato è dunque chiaro e fedele all'assioma del vero magista: "Ex tenebris ad Lucem...".
Ishtar è una personificazione di quella forza della natura che rivela se stessa come colei che dà e toglie la vita. Essa è la Madre di Tutti.
Porta gli appellativi di Argentea, Produttrice di Semi, e Gravida. la dea della fertilità, dalla quale proviene il potere della riproduzione e della crescita per i prodotti dei campi, tutti gli animali e l’uomo.
Per una naturale transizione essa divenne la dea dell’amore sessuale e la protettrice delle prostitute.
Esso è Colei che Apre l’Utero, il principale rifugio delle madri nelle doglie del parto. Perciò tutta la vita emana da lei; piante, animali, esseri umani sono suoi figli.

Ma Ishtar possiede un carattere duplice. Non è soltanto la dispensatrice della vita ma anche la distruttrice Come la luna, nel suo periodo crescente tutte le cose si sviluppano, e nella sua fase calante tutte le cose «sono diminuite e rese infime».
Ma questa non è la fine, la luna crescente ritorna di nuovo. La luce subentra all’oscurità anche quando l’oscurità vince la luce. La Dea della Luna appare ancora una volta nella sua fase creativa e benefica. Ishtar, “la via, la vita, la salvezza degli uomini e degli dei; e tuttavia la medesima che è rovina, morte, e distruzione”.

Era la Dea dei Terrori Notturni, la Madre Terrificante, dea delle tempeste e della guerra.
Era anche colei che inviava i sogni e i presagi, la rivelazíone e la comprensione delle cose che sono nascoste.
Era per mezzo della sua magía che gli uomini ottenevano potere e conoscenza, spesso conoscenza illecita, delle cose segrete e nascoste la cui comprensione reca di per sé il potere.
Ishtar intraprendeva il pericoloso viaggio negli inferi e, sebbene piena di dolori, vinceva alla fine l’oscurità e sorgeva di nuovo come luna nuova, piccola all’inizio ma con il potere di ricreare se stessa.
Perciò, come Sinn, che la precedette, e come Osiride degli Egiziani, diventò la Dea dell’Immortalità, la speranza della vita dopo la morte.
Nelle sue forme continuamente mutevoli essa interpreta tutti i possibili ruoli femminili. È chiamata figlia e sorella del dio lunare, il quale nello stesso tempo è anche suo figlio.
È la Donna, la personificazione, come direbbero i Cinesi, di yin, il principio femminile, l’Eros.
Per le donne è il principio stesso del loro essere; per gli uomini la mediatrice tra se stessi e la fonte segreta della vita nascosta nelle profondità dellInconscio.

I Sogni nell'antico Egitto parte 2

Il riscontro più antico che abbiamo, ragionando di sogni e della loro interpretazione, risale a circa 4000 anni fa, si tratta del “ Libro dei sogni ieratico” che fu scritto in Egitto nel 2052-1778 A.C. in caratteri ieratici (geroglifici corsivi). E’ una specie di dizionario dei sogni, un’opera pensata per la consultazione veloce in cui sono affrontate e spiegate le immagini che appaiono più di frequente in sogno.

Ogni riga di questo testo inizia con le le parole: Se una persona vede in sogno…. e l’opera parte dal parte dal presupposto che i sogni siano da dividersi in due grandi gruppi, quelli delle persone buone (protette dal Dio Horus) e quelli delle persone cattive (protette da Seth) e che, data la sacralità del linguaggio in Egitto, ogni temine o concordanza fonetica presente in sogno non fosse casuale, ma indicasse di un possibile, probabile significato.

L’idea di fondo era che il sogno servisse per comunicare con il mondo dei defunti o con le divinità, ma già allora si considerava che le immagini potessero nascere come conseguenza di uno stato particolare del sognatore, di una condizione che egli stava vivendo, e alcune affermazioni in esso contenute, riflettono questa convinzione: “I sogni sono comprensibili solo se si prendono in considerazione le circostanze della vita, il tipo fisico e il carattere del sognante”

L’importanza attribuita ai sogni in questo periodo storico è espressa nel dialogo fra la Dea Iside e Horus: “Horus, figlio mio, dimmi cosa hai visto affinchè le tue sofferenze possano dileguarsi attraverso i tuoi sogni”.

Risalgono invece al I secolo D.C. i due “Libri dei sogni demotici” che sono purtroppo giunti a noi in forma frammentaria e che si concentrano quasi esclusivamente sul sogno femminile, di contenuto sessuale ed in rapporto con gli animali.

Queste antiche testimonianze, frutto di una cultura millenaria, sono sorprendenti per alcuni temi di innegabile modernità come il considerare i sogni formati da immagini e simboli che denunciano pensieri e sentimenti nel sognatore, considerarli utili solo a chi li comprende, analizzarne i giochi di parole e le analogie fonetiche, prenderne in considerazione i contenuti sessuali.

Ma gli assunti di fondo che dominano l’onirologia egiziana sono in grande parte espressione della fede nell’aldilà e nei sogni come collegamento primario con questo. Come il sole si “immerge nella notte” l’uomo, col l’arrivo del sonno, si immerge nell’aldilà per emergerne temprato al mattino, questa la visione comune. Ed i sogni, in questa prospettiva, erano il linguaggio di questo territorio misterioso che il sognatore aveva la possibilità di riportare con se’ per essere guidato di giorno.

I sogni contenevano profezie per il futuro e notizie dei defunti, quelli dei sovrani configuravano anche le vicende politiche, contenevano verità e saggezza ed erano la voce degli Dei che si rivelava solo all’intelligenza dell’esperto.

L’interpretazione dei sogni era infatti considerata una vera e propria scienza che meritava il rispetto riservato alla medicina ed alla magia e che prevedeva un’ accurata preparazione, un corso di studi della durata di più anni nella “Casa della vita” una vera e propria istituzione culturale adibita a laboratorio degli scribi, una sorta di Università dei tempi.

Anche i sacerdoti del tempio di Serapide a Kanobos si guadagnavano da vivere soprattutto con i consulti onirici, interpretando i sogni inviati dagli Dei ai mortali, e con la “medicina onirica”, l’analisi specifica del sogno il cui fine era la cura e la guarigione del corpo attraverso l’ascolto e la comprensione del sogni e che rimase ampiamente praticata in tutto il mondo antico.

Poi arrivò Morfeo..

Uno dei tanti figli di Ipno e di Notte (Nyx), possiede grandi e possenti ali che lo portano rapidamente da una parte all'altra della terra. E' il dio dei sogni, che provoca sfiorando un mazzo di papaveri sulle palpebre di chi dorme.
Spesso è accompagnato da una cerchia di folletti che rappresentano le illusioni. Il suo nome deriva da una parola greca che significa "forma": infatti era solito assumere la forma degli esseri umani per mostrarsi agli uomini addormentati durante i loro sogni.

L'idea di una divinità dei sogni, Morfeo, viene generalmente attribuita ad Ovidio, che diede un nome ai tre figli di Ipno (il sonno): Morfeo, Phobetor (Fobetore) e Phantasos (Fantaso).
Morfeo inviava i sogni popolati da forme umane. Gli altri due, rispettivamente, quelli con animali e quelli con gli oggetti inanimati .

In principio era Hermes

Figlio di Zeus e Maia creò, fin dalla più tenera età qualche problemino. Ancora in fasce, infatti, rubò 50 Giovenche della mandria di Apollo e le nascose così bene che nessuno riuscì più a ritrovarle. Durante il furto trovò una tartaruga che uccise e aprì per creare la prima lira. Strumento che lo salvò dalla punizione di Apollo per avergli rubato la mandria. Apollo infatti restò affascinato dalla lira e rinunciò a punirlo in cambio dello strumento.


Ermes con Dionisio, opera di Prassitele (conservato al museo di Olimpia)

Zeus , divertito dall'abilità e dalla furbizia del piccolo decise di farlo divenire il suo araldo e ambasciatore personale, accompagnatore dei morti nell'Ade, oltre che protettore dei...ladri!

Suoi simboli sono la verga d'oro intrecciata con due serpenti, simbolo dell'astuzia e regalo di Apollo, e i sandali alati, simbolo della sua rapidità.

E' il Dio delle invenzioni (inventò la lira, le lettere, le cifre, i riti religiosi, ecc.), del commercio, degli inganni, dei ladri, delle strade, dei pascoli e dei sogni.

Ebbe diverse relazioni amorose tra cui una con Afrodite, da cui nacque Ermafrodito, con Penelope da cui ebbe Pan e con Eupolomia, che diede alla luce Etalide.

domenica 5 febbraio 2012

Il dio del sonno: Hypnos

Nella mitologia greca, Hypnos era il dio del sonno, conosciuto nei Romani sotto il nome di Somnus. Figlio di Nyx, la notte, era anche, secondo l'Iliade, il fratello gemello di Tànato o Thanatos, dio che personificava la morte. Secondo Esiodo, viveva nelle terre sconosciute dell'ovest, mentre secondo Omero, abitava Lemnos. Gli scoliasti (commentatori antichi) di Omero si sono interrogati riguardo a ciò. Secondo alcuni, i Lemnieni apprezzavano molto il vino, quindi accoglievano Hypnos con piacere. Secondo altri, il dio era innamorato di Pasitea, una delle tre Grazie, che abitava in questa città.

Hypnos aveva il potere di addormentare tanto gli uomini che gli dei. Era considerato benevolo ed ero attorniato dai Sogni. Nel canto XIV dell'Iliade, Era gli chiese di addormentare Zeus, affinché Poseidone potesse aiutare i greci, nonostante il divieto del padrone dell’Olimpo. Hypnos ammise che poteva addormentare tutti gli dei e ricordò anche che aveva già, precedentemente, addormentato Zeus in modo che Era potesse vendicarsi e far morire Eracle, ma al suo risveglio il Signore degli Dei infuriato lo fece precipitare in mare. Si salvò grazie all'intervento di sua madre. In questo secondo caso Era promise di dargli la mano di Pasitea ed Hypnos si lasciò convincere; si trasformò in un uccello e, ancora una volta, addormentò Zeus.

Il dio del sonno ebbe molti figli, tra i quali Morfeo, Momo, Icelo, Fobetore e Fantaso. Era considerato benevolo ed ero attorniato dai Sogni.
Hypnos diede ad Endimione la facoltà di dormire ad occhi aperti. Somnus viene spesso raffigurato come un giovane nudo con le ali sul capo.

Il mito tramandato da Virgilio nell'Eneide vuole che Palinuro, il vecchio nocchiero di Enea, mentre era al timone durante la notte fu raggiunto dal dio Sonno disceso dall'Olimpo nelle sembianze dell’amico Forbante. Poiché il mare era calmo il dio tentò di persuaderlo a riposare in quanto la nave avrebbe mantenuto la rotta anche senza guida.
"Che bella notte" disse il Sonno, simile a Forbante.
"Che bella notte, o Palinuro. Non sei stanco?" Palinuro sorridendo rispose:
"Tengo stretto il timone, questa calma non mi rassicura, ci sono troppe stelle e c'è qualcosa di inquietante che striscia sul mare".
"Non preoccuparti" disse il Sonno "Riposa un poco, lascia a me il timone, che ti sono amico. Tutti dormono, perché soltanto tu devi vegliare?"
Nell''animo di Palinuro si insinuò la rabbia. Rabbia ed invidia per il grande Enea che dormiva sicuro.
"lo non ho sonno" rispose Palinuro; ma già le membra divenivano pesanti. Palinuro pensò: "Non debbo dormire, sento un inganno. Se io dormo forse Enea... ".
"Non mi fido del mare questa notte" disse ad alta voce e si avvicinò al timone. Il falso amico alzò una mano dalle dita divine e una rugiada leggerissima cadde sugli occhi di Palinuro il quale, stringendo a sé la barra, lentamente chiuse gli occhi vittima di un sonno irresistibile. Strinse a sé il timone con tutte le sue forze ma il dio lo scaraventò in mare con una forte spinta. Pur se addormentato Palinuro non lasciò il timone che si spezzò precipitando con lui. Con un rumore lieve Palinuro entrò nell'onde. Si destò solo nel mare, lontano la nera sagoma delle navi. Palinuro lentamente cominciò a nuotare, pensando alla flotta senza guida. Ad Enea disteso nell'ombra a riposare lanciò un grido:
"Destati, Enea, destati! Lascia i tuoi sogni. Il tuo amico Palinuro è perduto".
Per tre notti egli fu trascinato dalle onde. All'alba del quarto giorno un'onda gigantesca lo scaraventò sulla costa, nei pressi della città greca di Elea (Velia per i latini). Appena toccò terra, genti ostili lo uccisero.

I sogni nell'antico Egitto

Nell'Antico Egitto si prestava particolare attenzione al mondo dei sogni poiché si riteneva che le visioni oniriche fossero la congiunzione dell'uomo con le divinità.

Gli Egiziani credevano che durante il sonno le divinità consegnassero loro un messaggio magico che permettesse all'uomo di conoscere meglio il suo mondo, aiutandolo a risolvere i problemi quotidiani o prendere decisioni, inoltre le visioni notturne potevano anche rivelare eventi futuri o fornire rimedi medicamentosi per curare alcune malattie, quindi si può dire con sicurezza che il confine tra sogni, magia e medicina è molto sottile.

L'attenzione che fu prestata ai sogni ebbe a seconda dei periodi un ruolo diverso, infatti la prima concezione delle visioni oniriche era negativa perché si pensava che durante il sonno l'uomo viaggiasse in luoghi pericolosi entrando in contatto con spiriti maligni che gli potevano recare solo danno, per questo venivano formulati appositi riti magici ed amuleti che proteggessero l'uomo dai brutti sogni.

Il talismano più utilizzato per favorire una buona attività onirica era un poggiatesta, sul quale erano incise formule magiche, veniva utilizzato soprattutto dai soggetti più sensibili, dalle donne incinte ed i bambini.

Il dio Bes, divinità minore appartenente al pantheon egizio, era considerato il tutore della casa e dell'infanzia poiché gli si attribuivano poteri di protezione contro gli spiriti maligni che avrebbero potuto infestare le abitazioni.
Aveva anche altri importanti poteri divini, infatti Bes era invocato per attenuare i dolori del parto, per guarire da alcune malattie e veniva rappresentato, nella sua forma di nano deforme e paffuto, sopra le testate dei letti per proteggere il proprietario dagli influssi maligni presenti nei sogni favorendo quindi una buona attività onirica.

Secondo gli antichi egizi i sogni buoni erano collegati direttamente dal dio Horus, al contrario i brutti sogni provenivano dal malvagio dio Seth ma per questi ultimi c'era sempre una formula magica che avrebbe protetto chi aveva fatto un cattivo sogno.

Nel Nuovo Regno il ruolo del sogno cambia totalmente diventando un messaggio magico che le divinità donavano all'uomo, considerando che le visioni notturne erano per gli egizi dei messaggi premonitori, si cominciò ad interpretarli istituendo una vera e propria arte divinatoria.
L'interpretazione del sogno era diventato talmente importante che ogni egiziano, sia di umili estrazioni sia un membro della classe d'élite, compreso il faraone, consultava un sacerdote o un indovino per comprendere il significato di un sogno.

Sia gli indovini o oracoli che i sacerdoti interpretavano le visioni notturne, cercando nel sogno la verità e fornendo informazioni su qualsiasi evento della vita come l'amore, il lavoro, la salute o problemi di carattere politico.

Questi indovini erano diventati talmente popolari da godere di una grande considerazione, guadagnavano molto denaro ma assicuravano la veridicità delle previsioni con la loro stessa vita, infatti in caso di evidente sbaglio sull'interpretazione venivano uccisi.

In Egitto, come in quasi tutto il bacino del Mediterraneo, furono costruiti dei templi o santuari, nei quali i fedeli si recavano per andare a cercare le risposte ai propri dubbi, uno tra i più grandi fu edificato nel Serapeo di Menfi.

I santuari vennero chiamati “templi dell'incubazione” dalla pratica che vi si svolgeva, infatti il fedele che accedeva in questo edificio sacro, per poter esser considerato degno di pernottare dentro il tempio, era sottoposto ad un rituale di purificazione. Nei giorni precedenti al pernottamento nel tempio, i sacerdoti ed i fedeli si auto imponevano un regime alimentare molto rigido, sottoponendosi ad una dieta sacra che riusciva a far produrre in loro dei sogni in uno stato di purezza spirituale.

Erano severamente proibiti alcuni cibi, come le fave, i molluschi ed alcuni tipi di pesce, secondo loro alimenti responsabili di far produrre sogni ingannevoli e di diminuire la memoria onirica. Infatti si era notato già in epoca faraonica, che un eccesso di alimenti poteva provocare sogni confusi perché sottoponeva il fisico ad una gran fatica, mentre una dieta bilanciata faceva produrre sogni chiari ed attendibili, notando che le visioni oniriche migliori fossero quelle fatte nelle prime ore del mattino.

La fase finale della pratica dell'incubazione consisteva nel dormire all'interno del tempio, riposando su pelli di animali sacrificati e bruciando un pezzo di lino sopra il quale era scritto il nome della divinità con la quale il fedele cercava di entrare in contatto durante il riposo notturno.

Tra le prime fonti scritte riguardanti i sogni dell'Antico Egitto si trova il Papiro Chester Beatty III scritto in lingua ieratico, oggi conservato al British Museum di Londra fu pubblicato nel 1935 da A.H. Gardiner, è meglio conosciuto come “Il libro dei Sogni”, si può dire che sia un testo di consultazione, un vero e proprio elenco di sogni e le sue interpretazioni.

Riporto alcuni esempi di sogni buoni e relative interpretazioni:

Sognare di..
Vedere un serpente significava avere abbondante cibo.
Mangiare carrube e terra significava avere autorità sui propri concittadini.
Bere birra significava l'arrivo della felicità.
Distruggere i vestiti significava essere liberi da ogni male.
Vedersi morto significava avere una bella vita.
Tuffarsi in un fiume era come essere assolti da ogni peccato.
Segare del legno significava la morte dei nemici.
Mangiare carne di coccodrillo significava diventare funzionari governativi...
Ed ecco poi alcuni dei sogni che indicavano un cattivo presagio:

Sognare di...
Bere birra calda significava avere sofferenze future.
Vedersi in uno specchio significava cambiare moglie.
Sognare un nano significava dimezzare la durata della propria vita.
Mangiare un uovo significava cacciare la moglie dalla casa coniugale.
Vedere persone in lontananza significava la morte di una persona cara...
Un altro libro che interpreta sogni egizi fa parte della collezione Carlsberg ed è il papiro n°309 conosciuto con il nome del “Libro dei sogni del Fayoum” scritto in ieratico fa parte oggi della collezione dell'Istituto di Egittologia di Copenhagen.

Gli egizi erano convinti che alla base dell'interpretazione dei sogni ci fosse l'idea dell'opposto, se durante il riposo notturno si vedeva la propria morte significava l'esatto contrario cioè una vita durevole, invece se si sognava di esser felici veniva interpretato come segno dell'arrivo di imminenti problemi ed infelicità.

Infine nel testo ieratico contenuto nella collezione Carlsberg il papiro n° 6 conosciuto con il nome degli “Insegnamenti del re Merikare” si leggono i suggerimenti che il re Kheti aveva scritto per il figlio Merikare; Kheti descrive la giusta chiave per interpretare i sogni rifacendosi sempre all'idea dell'opposto, cioè il sogno significa sempre l'esatto contrario delle visioni notturne.

I have a dream: il discorso di Martin Luter King

Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.

Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono:"Riservato ai bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.

Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".

mercoledì 1 febbraio 2012

Significati simbolici dei sogni: elementi individuali e universali

Per l'interpretazione dei sogni, è necessario riferirsi al carattere costruttivistico , nel senso che l'individuo possiede capacità creative che gli permettono di orientarsi e di affrontare la vita.
Ciò significa che i simboli onirici sono sempre personali e quindi non si possono stabilire norme rigide per l'interpretazione ma il sogno deve essere messo in relazione ai vari aspetti della personalità dell'individuo.

Esistono comunque degli elementi comuni nei sogni (Ansbacher, 1997):

i sogni di caduta esprimono la paura di perdere prestigio;
i sogni di volare rappresentano l'aspirazione alla superiorità e sono espressione
"di uno stato d'animo di slancio e di coraggio";
i sogni di paralisi sono espressione delle difficoltà nei problemi attuali;
i sogni d'esame possono esprimere o la mancanza di preparazione nell'affrontare un problema o la possibilità di affrontarne un altro;
i sogni di persone morte sono prodotti da chi è ancora sotto l'influenza del defunto;
i sogni sessuali possono mostrare o un'inadeguata preparazione al rapporto sessuale
o un desiderio di ritirarsi dal partner e chiudersi in sé;
i sogni omosessuali rappresentano il rapporto tra i sessi;
i sogni di crudeltà o in cui ci si sporca esprimono rabbia e desiderio di vendetta;
sognare di perdere il treno rappresenta la volontà di evitare una sconfitta temuta arrivando troppo tardi;
sognare di essere visti impropriamente esprime la paura che venga scoperta un'imperfezione;
infine i sogni ricorrenti mostrano un problema ricorrente, fornendo indicazioni chiare sullo stile di vita.

Quando il sogno entra in conflitto con l'auto interpretazione del soggetto nella realtà si può parlare di Complesso di Penelope, alludendo alla distruzione della tela durante la notte.